con la finestra di calibre aperta a pieno schermo, il consueto dilemma di che scagliare nel lettore. a mettere troppa roba si rischia di fare nella propria testa collezione d’incipit e confusione di riferimenti, a metterne poca di non trovare quello che si vuole in un momento che giocoforza dislocato nel futuro non può essere anticipatamente meglio identificato o determinato.

secondo me, perlomeno in questo momento, è inopportuno elencare cosa vado inserendo.

una indagine che vorrei almeno principiare: una valutazione degli esiti pandemici che attraversano, metabolizzanti o tentativamente metabolizzati, il genere dell’autofiction. ce l’ho praticamente quasi a portata di mano (v. la finestra di calibre poche righe sopra) e devo solo iniziare a leggere per crearmi una prima idea. dubito che lo farò. a ogni piè sospinto e margine della visione si vanno annidando mansioni da svolgere, la quale più opportuna ora è pregressa ormai da tempo. bisogna darsi da fare. dove quel bisogna è un po’ la fonte dei problemi.