che poi vengono proprio da quei giorni queste frasi interminabili, questi periodi dedalici. così il 29 settembre 2014, peraltro per recensire un dono:

nei giorni in cui il tempo sembra un lombrico sorge sempre quello scatto inintelligibile di consapevolezza, a seguito del quale ti accorgi che invece il lombrico sei tu e il tempo un ammasso di cose che passano e quando non passano di norma stanno ferme e si decompongono, e chissà se mangiandone quante riesci, un briciolo alla volta, assimilandole a confusa fatica riuscirai a renderle indietro fertile humus; quello che accade più spesso, comunque, è che mentre tu te la lombrichi in giro il tempo se la lombrica via e lontano a sua volta, e se in passato di norma ti lasciava tremante e sospeso come un gong oggi t’ignora, quanto tu per punto ne ignori godzillina massa e moto: due bambini che litigano nel cortile dell’asilo a sassate e poi si evitano invisi per il resto della ricreazione.

che poi solo oggi mi avvedo che tanta rincorsa al fiato non era solo aver letto e riletto e riletto e riletto ancora Sebald in due lingue nell’arco di pochi mesi o peggio farsi irretire dall’enigma in media res d’un pensiero. era proprio inseguire il lombrico.